Formazione e rilievo alla manodopera sartoriale
Interessante riunione della Confraternita dei Sartori 1351 con il direttivo Nazionale tenutasi il 24 giugno
nell’Atelier di Raffaele Antonelli a Palazzo Leonetti in Via dei Mille, Napoli.
La presidente della Confraternita Tiziana Aiello ha voluto specificare l’ importanza della figura sartoriale nei
vari Atelier e nei vari settori, dal cucire all’ imbastitura, al rifinire, figure che stanno svanendo e che bisognerà
attraverso una dovuta formazione far al più presto fiorire e rinascere dando il giusto valore e importanza alla
manodopera degli operai e alla storia di ogni Sartoria Napoletana facendo comprendere che prima di ogni
successo c’è sempre stato dietro un lavoro intenso di anni di sacrifici e soprattutto di manodopera;
“Non basta saper solo disegnare ma bisogna saper cucire – afferma Tiziana – quindi non bisognerà puntare solo sulla
figura del Fashion Designer ma trasmettere i segreti dell’ Arte sartoriale e creare con le proprie mani l’ abito disegnato,
e di far conoscere alle persone il vero lavorio che c’è dietro ad ogni abito” prosegue con fermezza.
L’idea insieme al vice presidente Nazionale Raffaele Antonelli è di strutturare una vera officina sartoriale
dove esperti del settore potranno trasmettere l’arte del cucito non solo il design;
“c’e’ bisogno di nuovi talentuosi maestri della sartoria che sappiano cucire,imbastire ,rifinire dalla A alla Z , non solo
disegnare” insiste Tiziana con determinazione.
Raffaele Antonelli :
“Ho voluto creare la Confraternita per dare ampio spazio ai giovani , sono loro il futuro , loro devono mettere su le idee
e le progettualità, e far conoscere al mondo il valore della Sartoria Napoletana. Magari con nuove idee e nuovi
progetti. “
Presenti alla riunione nomi storici della Sartoria soci della Confraternita dei Sartori 1351 tra cui :
- Giusi Marfella
Dopo anni di studi professionali e artistici nel campo della moda e del sartoriale inizia la ricerca a stilistica
slow fashion.
Collabora con associazioni che promuovono la cultura partenopea e le tradizioni di antiche arti sartoriali
improntate sulla sostenibilità.
Inizia un percorso di studi sui mestieri antichi della sartoria e studia l’arte del plissé artigianale campano
mixando con arti sartoriali di culture orientali portandoli nel suo brand Marfella e istituendo una progettualità
su moda e Turismo come partnership Tour Operator Viaggi e Miraggi. Con lei la giornalista Daniela Del Prete.
- Rosa Allocca
Eredita la passione di famiglia, tramandata dalla nonna alla madre, fino ad arrivare a lei che resta affascinata
da un mestiere fatto di sacrificio, ma anche di eleganza, tessuti pregiati, capolavori realizzati a mano. Così
frequenta l’accademia della moda di Napoli dove impara le regole d’oro della sartorialità. La sua esperienza
arriva in laboratorio e si tramuta in delicati passaggi di lavorazione con l’obiettivo di valorizzare il corpo
femminile, dando loro ciò che l’industria non riesce a dargli. Affiancata dalla madre, con esperienza
ventennale.
- Claudio Attolini
“Faccio tutt’ altro come mestiere ma ho deciso insieme ad Antonelli di intraprendere e di dare sfogo alla mia passione
che ho nel sangue da anni e che mio nonno mi ha trasmesso da quando ero bambino e ho tantissimi bei ricordi della
nostra bottega e i suoi operai , ma purtroppo non ha avuto il tempo di insegnarmi la sua arte , ma oggi ho voglia di
mettermi in gioco acquisendo dal maestro Antonelli tutte le tecniche e i segreti necessari per
farsi di portare con orgoglio il buon nome della mia famiglia.” Dichiara con orgoglio e dedizione.
- Giusi Falco
Da poco laureata all’ Accademia di Moda e già si è inserita brillantemente nel laboratorio dell’atelier Antonelli
per la sua abilità nel cucire abiti e camicie da donna.
- Carmine Sarnataro
Ex cuoco ha appreso l’arte del cucito da suo suocero Nicola Tammaro e così ha deciso di intraprendere nuove opportunità abbracciando l’ arte sartoriale.
- Massimiliano Antonelli
Dal Friuli specializzato in sartoria teatrale maschile prima all’ Accademia Moda e poi alla scala di Milano, affianca oggi Antonelli nel suo laboratorio, promettente giovane talentuoso spiega la differenza di un abito teatrale che deve nel tempo preservare la sua integrità magari anche sfruttandolo più volte avendo la possibilità di poter farlo indossare a qualsiasi attore di qualsiasi taglia, quindi richiede una lavorazione , una cucitura diversa e più complessa rispetto un abito normale.
Certo l’ arte sartoriale richiede nuove Maestri nel settore e figure professionali all’ interno di ogni atelier che sappiano lavorare tecniche e macchine. Ad Maiora per la Confraternita e per gli obiettivi prefissi.