Asimmetrie fluide e fogge austere o sensuali, finanche orientali, tessuti impalpabili,sinuosi, quasi liquidi o più
strutturati e plissè, superfici satin e luci ultrashine, tinte sature ed energiche o invisibili e ton sur ton, stampe
floreali tra canvas impressionista e blooming anni ’60, textures ora ipergrafiche a righe e cross-patch quasi
optical e ora dipinte come tele moderne ispirate da Mondrian a Pollock. Si intitola “Capri Extravaganza” la
Primavera-Estate di Daniela Danesi, perché in sessanta maquettes femminili riedita e rievoca certi simboli
indelebili dell’Isola Azzurra, di cui suggerisce atmosfere, colori e natura così come fasti storici, icone di stile e
attori di quella “dolce vita” all’ombra dei Faraglioni: dalle eccentriche vacanze della Marchesa Luisa Casati
Amman nei primi del ‘900 alla mitica “Mare Moda Capri” del Conte Rodolfo Crespi e la sua musa Consuelo
O’Connor a fine anni ’60 tra Certosa, Marina Piccola, Anacapri e teatro del Quisisana,
Capri resta un salotto memorabile dove stelle del cinema, scrittori, uomini di cultura e poeti hanno intrecciato
le loro vite sullo sfondo di scenari magnifici.Icone degli anni migliori Jackie Kennedy che si spogliava dai suoi
impegni di first lady e vestiva la moda caprese, o Brigitt,e Bardot che girò “Il Disprezzo” a Villa Malaparte,
sempre immortalata dai paparazzi, o Maria Callas che amava sostare nei bar della piazzetta o in via Camerelle
con i suoi grandi occhiali scuri. Un codice non scritto, il dress code caprese è diventato negli anni tendenza
intramontabile e da quel tempo ha mantenuto questa capacità di attrarre e stimolare i personaggi più
estroversi e gli spiriti più liberi, che sceglievano l’isola per rappresentarsi al di fuori delle convenzioni, in totale
libertà e trionfi di lusso eccentrico. Sul runway della designer partenopea un alternarsi moderno e suggestivo
di elementi visivi: tessuti di appeal ruvido mixati con sete bianche e colori naturali, grandi fantasie art nouveau
rivisitate coi colori della sabbia bagnata o i toni silenziosi di verde sottobosco, salvia e menta; le righe dei
completi da spiaggia trasformate in un caleidoscopico che anima lunghi fluttuanti e ampie casacche luminose;
completi soirèe con piccole giacche squadrate e cappottini a kimono in energici ensamble comatici come giada
e tabacco, grigio perla e verde acido, blu cina e cipria, blu notte e verde smeraldo, ciclamino e turchese; stoffe
pregiate come il mikado sablè, il satin di seta, il cadì envers satin; stampe che riportano al fluttuare delle alghe
marine, ai giochi di luce del mare e alle generose nuance dei giardini capresi.
Note preziose sugli abiti più ricercati, i ricami: concepiti come gioielli che si stagliano tridimensionali,
sottolineano la miscela di tradizione, innovazione e ricercatezza di questa collezione e la sua essenza di
cultura e artigianato, cifra imprescindibile del miglior made in italy.